lunedì 12 giugno 2017

"Sykes" è il western crepuscolare tra Peckinpah e Leone [recensione]

Uno dei miglior bedè western degli ultimi anni è senz'altro Sykes. Scritto dal prolifico Pierre Dubois e disegnato da Dimitri Armand, questa storia western di 75 pagine, uscita in Francia alla fine del 2015 e in Italia edita per la prima volta l'anno scorso dalla Gazzetta dello Sport, è una tragica cavalcata che attraversa le vite segnate dei suoi protagonisti. Sykes è un marshal con una storia di violenza alle spalle, la sua missione è vendicare l'assassinio di una donna e prendersi cura del figlioletto rimasto orfano. Aiutato da un fedele amico, O'Malley, Sykes farà il suo dovere attraversando un West tanto leggendario quanto violento.

Nei testi di Dubois ci sono la malinconia e il rimorso, l'amicizia e la vendetta, la violenza e la compassione. L'albo si spinge oltre la storia principale, traccia il tramonto del West e delle sue figure, ne fa nascere di nuove, le incrocia in un destino beffardo. L'azione non manca, ma non mancano nemmeno le emozioni di una vicenda crepuscolare e dall'alto tasso drammatico. La prefazione all'edizione italiana parla di un western tra Eastwood e Packinpah, ma io aggiungerei anche Sergio Leone e il western all'italiana in generale (tra l'altro citati esplicitamente almeno una volta, ve ne accorgerete).

La violenza splatter, il tratto nervoso ma nitido, i colori autunnali di Armand rendono la storia di una dinamicità e realismo unici. Il taglio cinematografico delle tavole (bellissima e inaspettata la tavola formata da due pagine affiancate) si adatta perfettamente al tono crepuscolare della storia e alle vicende ricche di azione, sparatorie, agguati e macabre scoperte.

Consiglio assolutamente di procurarvi e leggere avidamente questa stupenda storia di vendetta, dove i personaggi corrono verso il West morente con tutte le emozioni che sa dare una vita alla Frontiera.


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